Nel Dicembre 2016 ho avuto la grande fortuna di incontrare il Santo Padre e scambiare alcuni pensieri con lui.

E’ stata un’emozione indimenticabile che mi è tornata in mente ascoltando l’omelia di Domenica 5 Marzo 2017 in cui il Papa ha invitato a immaginare di trattare la Bibbia come il nostro cellulare.

Come sarebbe la nostra vita se non ci dimenticassimo mai di portare con noi la Parola di Dio? Come sarebbe il mondo se tutti tenessero a mente il messaggio di amore e solidarietà trasmesso dalle Sacre Scritture? Che effetto farebbe leggere più volte al giorno il Vangelo, come noi facciamo coi messaggi che arrivano sul telefono?

Mentre mi avvicinavo al Santo Padre per parlargli e stringergli la mano, avevo quasi la sensazione di incontrare un amico, una persona cara. La grandezza di Papa Francesco sta proprio in questa sua capacità di porsi con semplicità ed immediatezza. Un uomo fra gli uomini, un uomo fra noi.

Proprio in quell’occasione mi ha esortata a continuare la missione avviata insieme alla mia famiglia nel 2014 con la creazione di MOAS e ad aumentare l’impegno a favore dei migranti, fratelli e sorelle che in condizioni di estrema vulnerabilità salviamo in mare. Ma la sua esortazione non si è fermata qui: ha infatti sottolineato il valore della preghiera, legame intimo fra noi e Dio che costruisce un ponte fra la nostra vita e le Sacre Scritture.

La preghiera rende vivo ogni giorno il messaggio di amore e fratellanza e lo rinnova nel nostro cuore. Questo ponte fatto di parole, speranze e azioni concrete ci aiuta a custodire la nostra umanità e a evitare quell’indifferenza che sembra dilagare sempre più.

“Ora et labora”

Mettendo al servizio dei nostri fratelli e sorelle i nostri talenti, abbiamo creato MOAS per contrastare la globalizzazione dell’indifferenza, raccogliendo l’appello del Santo Padre che nel 2013 da Lampedusa esortava tutti ad agire per salvare la vita di chi la rischiava in mare alla ricerca di un futuro migliore.

L’indifferenza e l’ignavia sono pericoli concreti del nostro millennio: non possiamo rimanere spettatori passivi di fronte alla più grande catastrofe umanitaria dal Secondo Dopoguerra. Non possiamo ignorare il dolore di chi scappa da situazioni di estrema violenza o persecuzioni né chi muore di fame.

Se riflettessimo sulle Sacre Scritture, riscopriremmo l’origine dell’Uomo fatto ad immagine e somiglianza di Dio.

Come si può accettare che altre creature -fatte ad immagine e somiglianza di Dio proprio come me, come noi- vengano torturate, ferite e umiliate perché sono nate nella parte sbagliata del mondo? Perché hanno un diverso colore di pelle, una religione diversa, un orientamento sessuale diverso?

In un mondo dai ritmi accelerati, la preghiera col suo intimo raccoglimento è un momento unico per confrontarsi con se stessi e ritrovare il silenzio in mezzo al caos del mondo. E’ in quel silenzio che possiamo ascoltare la voce di Dio riscoprendoci tutti suoi figli e sue figlie.

Regina Catrambone
Co-Fondatrice e Direttore MOAS

In December 2016 I had the chance to meet the Holy Father and exchange some thoughts with him.

The extraordinary feeling I felt on that occasion came back to my mind on March 5th while listening to the Pope’s Sunday sermon and his invitation to turn to the Bible as often as we use our mobile phones.

How would our lives be if we never forgot the Word of God? How different would our world be if we always kept in mind the message of love and solidarity enshrined in the Holy Bible? What if we read the Gospel message as frequently as we read the messages on our mobiles?

When approaching the Pope to shake his hand and talk to him, I almost had the feeling I was meeting a friend, a beloved person. Pope Francis’ biggest gift lies in his ability to behave with spontaneity and simplicity; a man among men, a man among us.

On that occasion he encouraged me to continue the mission my family had launched in 2014 through the creation of MOAS. He also urged me to increase our commitment towards migrants, as they are our vulnerable brothers and sisters who risk their life at sea. Moreover, he highlighted the importance of prayers as an intimate bond with God, and a bridge between our life and the Holy Scripture.

Prayers keep the message of love and brotherhood alive every day, reinvigorating them in our hearts. This bridge made of love, hope and actions helps us in protecting our humanity and avoiding indifference to others.

“Ora et labora”

When we founded MOAS we aimed to use our talents to help our brothers and sisters, aiming to fight against the globalization of indifference. We welcomed the appeal Pope Francis launched in Lampedusa in 2013, in which he encouraged everyone to make their own contributions to save those who risk their life in search of a better future.

Sloth and indifference are the real perils of our millennium. We cannot just look on at the biggest humanitarian catastrophe since World War II. We cannot ignore the suffering of those who flee extreme violence, persecution or starvation.

By meditating on the Holy Scripture we can retrieve the origin of mankind created by God in His own image.

How can we accept that other human beings – all created in image of God like me, like us – are tortured, injured and humiliated because they are born in the wrong part of the world? Or because they have a different skin colour, religion or sexual orientation?

In our fast-paced modern world, prayers represent an intimate and unique occasion to know ourselves and restore silence amid the chaos. It is in this silence that we can hear the voice of God, calling us to act as His sons and daughters.

Regina Catrambone
MOAS’ Co-Founder and Director