Cari amici,

Con grande tristezza e frustrazione, apprendo delle recenti tragedie avvenute nel Mediterraneo. Due naufragi che hanno causato la perdita di molte vite, lasciando dietro di sé dolore e domande senza risposta. Questo ennesimo disastro sottolinea l’urgenza di rafforzare le operazioni di ricerca e soccorso in mare e di creare percorsi sicuri e regolari per migranti e rifugiati.

Lo staff del MAEC, Mediterranean Aid Education Center, esprime profondo cordoglio per le decine di vittime dei nuovi incidenti, di cui siamo a conoscenza soltanto grazie alla testimonianza dei sopravvissuti.

Nel primo naufragio, le vittime accertate sono 10, morte per soffocamento sul ponte inferiore dell’imbarcazione. 51 sopravvissuti sono stati portati in salvo a Lampedusa dalla nave Nadir dell’ONG Resqship. I loro paesi di origine sono Siria, Egitto, Pakistan e Bangladesh. Nel secondo incidente, dopo un primo soccorso da un peschereccio e un successivo trasferimento su un mercantile, 11 superstiti sono stati salvati dalla Guardia Costiera nello Jonio e portati in Calabria a Roccella Jonica.
Altre 64 persone risultano disperse in mare. I superstiti e i dispersi provengono da Iran, Siria e Iraq, inclusi due bambini accompagnati e due donne. Il motore dell’imbarcazione, partita dalla Turchia, si sarebbe incendiato, rovesciando lo scafo a 110 miglia nautiche dalle coste italiane.

Se confermati, questi dati portano il numero dei morti e dispersi nel Mediterraneo centrale a oltre 800, una media di quasi 5 morti e dispersi al giorno dall’inizio dell’anno. Questi ennesimi incidenti generano un senso di profonda frustrazione per i ripetuti appelli inascoltati per potenziare le risorse per le operazioni di ricerca e soccorso in mare, in supporto della Guardia Costiera Italiana. Ogni naufragio rappresenta un fallimento collettivo e un segno tangibile dell’incapacità degli Stati di proteggere le persone più vulnerabili.

A tre giorni dalla Giornata Mondiale del Rifugiato, che ricorda il dramma di 120 milioni di persone costrette a fuggire da guerre, violenze e persecuzioni, questi nuovi incidenti risultano quanto mai inaccettabili. Oltre alla necessità urgente di un sostegno europeo alle operazioni di ricerca e soccorso, è fondamentale promuovere un più ampio accesso a vie sicure e legali nell’Unione Europea per migranti e rifugiati, affinché non siano costretti a rischiare la vita in mare.

Con cordoglio e speranza,
Regina Egle Liotta Catrambone