Dieci anni fa con la mia famiglia ci interrogavamo in merito a quello che avremmo potuto fare, con le nostre forze e con le nostre capacità, per evitare che tante persone e tante famiglie perdessero la vita nel silenzio assordante del Mar Mediterraneo. Da queste domande e dalle successive riflessioni nasceva MOAS.

Un passo dopo l’altro, da nove anni a questa parte, MOAS è diventata molto di più. È diventata una grande famiglia composta non soltanto dai fondatori, ma da tutti coloro i quali in questi anni hanno contribuito a far sì che potesse esistere, dai donatori ai sostenitori, al team.

Insieme abbiamo fatto grandi cose. Iniziando con la ricerca e soccorso nel Mar Mediterraneo Centrale e nell’Egeo, espandendo la missione nel Mare delle Andamane, e implementando il sostegno ai profughi Rohingya bisognosi di cure mediche emergenziali. Proseguendo con la fornitura di strumenti, mezzi e competenze per ridurre il numero delle tragedie causate da calamità naturali come gli allagamenti e gli incendi nei campi, negli ultimi anni sempre più frequenti. E ancora con l’invio di medicine salvavita e di alimenti nutrizionali in Yemen e in Somalia che hanno permesso ai bambini gravemente malnutriti a rischio di sopravvivenza di continuare a vivere. Fino a giungere all’assistenza medica di primo soccorso per coloro i quali sono rimasti feriti o necessitano di specifiche cure mediche nelle aree colpite dal conflitto in Ucraina. E a Malta, dove abbiamo fornito assistenza alle persone migranti e rifugiate attraverso diversi progetti che vanno dalle iniziative educative all’integrazione e all’assistenza ospedaliera.

Questo è stato il nostro cammino, ma insieme abbiamo ancora molta strada da fare. In risposta alle sofferenze di milioni di persone già colpite da siccità, eventi climatici estremi e carestie e alle conseguenze di un conflitto che negli ultimi mesi sta rendendo sempre più difficile avere accesso a cibo e cure, MOAS promuove una nuova missione al fine di inviare forniture mediche essenziali e alimenti terapeutici a chi ne ha bisogno continuando a salvare vite e a mantenere accesa la speranza nel cuore dei più vulnerabili.

Sono felice di aver condiviso questi anni con tutti voi, di aver gestito enormi sfide ed emergenze con il nostro team, di aver aiutato persone in difficoltà che stavano rischiando la propria vita e che oggi hanno la possibilità di avere una seconda opportunità. Tutto questo non sarebbe stato possibile se non ci fossimo uniti credendo in un obiettivo comune con la volontà di fare qualcosa di buono, di non voltarci dall’altra parte. Legati dalla convinzione che l’unione faccia la forza e che soltanto insieme possiamo creare qualcosa di importante per gli altri e, quindi, per ciascuno di noi e per la nostra società.

Grazie a tutti voi!