ll 2020 è stato un anno complesso e inaspettato, la pandemia di Coronavirus ha sconvolto le nostre vite, modificato le nostre abitudini e messo in discussione le nostre certezze. Molti sono stati gli ostacoli e le difficoltà che siamo riusciti a superare nella sfera familiare, affettiva, sociale, lavorativa e che hanno messo in luce le nostre vulnerabilità e le nostre debolezze, ma che ci hanno anche fatto riscoprire la nostra forza di adattamento in una situazione così complicata.

Nei campi profughi di tutto il mondo la pandemia ha ulteriormente complicato la vita di chi si trovava già in condizioni precarie, riducendo gli spostamenti e impedendo lo svolgimento dei servizi fondamentali forniti da coloro che ogni giorno si impegnano a offrire supporto.

Nel territorio libico, lungo la rotta balcanica, tra gli Stati Uniti e il Sudamerica e lungo tutti i fili spinati del mondo, la voce di chi cerca una vita migliore, fugge dalle violenze, dalla carestia e dalla guerra rimane inascoltata.

Nei Paesi martoriati dai conflitti ancora in corso le persone continuano ogni giorno a perdere la vita, a subire violenze e torture e a patire la fame.

Questo anno si è concluso con uno spiraglio di luce. L’arrivo del vaccino ci fa sperare che, passo dopo passo, riusciremo a tornare alla normalità delle nostre vite, accorciando le distanze che oggi ci separano. Un vaccino che spero sia somministrato a tutte quelle persone vulnerabili che vivono nei luoghi più sfortunati del mondo, nei campi profughi e nei Paesi afflitti dalla guerra.

Seppur con difficoltà nel 2020 il team MOAS non si è arreso ed è riuscito a dar vita a diversi progetti in Bangladesh, in Yemen, in Somalia e a Malta. In questo nuovo anno continueremo a dare voce e assistenza ai più vulnerabili, anche con il nostro ritorno nel Mare Mediterraneo per le operazioni di ricerca e salvataggio in collaborazione con il partner Sea Eye.

Spero che il 2020 ci abbia  fatto apprezzare tutto ciò che abbiamo sempre dato per scontato, anche respirare l’aria senza una mascherina o abbracciare i nostri cari. Che ci abbia dato maggiore consapevolezza sull’importanza della solidarietà, di ogni piccolo gesto, del tendere la mano a chi ci è più vicino ma anche a chi vive lontano migliaia di chilometri in condizioni per noi inimmaginabili.

Auguro a tutti voi di poter provare la gioia del donare, un’azione che rende felici se stessi e gli altri e che racchiude in sé la gratitudine per tutto quello che abbiamo la fortuna di avere.

Buon anno!