Il 2 giugno del 1946 un referendum istituzionale introdusse l’attuale ordinamento del Paese trasformando l’Italia in una repubblica. Da quel momento, ogni anno, in tutto il mondo, gli italiani celebrano la Festa della Repubblica.
Dopo 74 anni, alla luce dell’impatto del COVID19 e delle vittime causate dalla pandemia, oltre 33.000 persone, il numero più alto dalla Seconda Guerra Mondiale, tutti noi italiani dovremmo riflettere sull’accaduto e unirci affinché il nostro Paese possa rialzarsi.
Dopo aver trascorso numerosi anni a Malta convive in me un doppio spirito di appartenenza. Da una parte le profonde radici italiane, dall’altra un legame costruito giorno dopo giorno con la Terra e con le persone che hanno accolto me e la mia famiglia. Quando nel 1985, ancora bambina, ho visitato per la prima volta Malta, il mare, i paesaggi, i costumi, i piatti della cucina locale e il forte attaccamento alle fede cristiana dell’isola mi hanno fatto sentire immediatamente a casa. Nel cuore del Mediterraneo, le radici comuni tra i due Paesi sono profonde. Secoli di storia caratterizzati da continui scambi commerciali, economici, culturali e umani hanno naturalmente creato similitudini e ponti tra i due Stati.
Dal 1091 al 1194 i Normanni annessero Malta al loro Regno. Il cattolicesimo divenne religione di stato e il ricorso all’architettura normanna, soprattutto in alcune città come Mdina, l’antica capitale dell’arcipelago, creò numerose somiglianze tra le località maltesi e alcune città della Sicilia.
Nel 1800 la Gran Bretagna, il Regno di Napoli e il Regno di Sicilia supportarono Malta in chiave anti-francese. Malta divenne un protettorato amministrato congiuntamente dalla Gran Bretagna e da Napoli fino al 1813, quando l’isola divenne una colonia inglese. La presenza della cultura e della lingua italiana rimase forte sull’isola nonostante l’abolizione dell’italiano come lingua ufficiale a favore dell’inglese e del maltese nel 1934.
Nel corso della Seconda Guerra Mondiale l’Italia bombardò l’arcipelago per tre anni, dal 1940 al 1943, a causa della mancata adesione al fascismo.
L’Italia fu il primo Stato a stabilire una missione diplomatica e a nominare un ambasciatore residente dopo l’ottenimento dell’indipendenza di Malta nel 1964.
Nel 1980 l’isola ratificò un trattato di neutralità con l’Italia con il quale Malta accettava di non aderire ad alcuna alleanza e l’Italia garantiva la neutralità dell’isola.
Dal primo maggio del 2004, data in cui Malta è entrata a far parte dell’Unione Europea, i due Paesi condividono i valori e i principi fondamentali della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, del rule of law e dei diritti umani.
Sotto la comune bandiera europea gli italiani e i maltesi hanno oggi la responsabilità di assicurare che le relazioni tra i due Stati costituiscano uno stimolo per la crescita e il miglioramento di tutti. Soltanto insieme, con un sentimento di cooperazione e di reciproco impegno, sarà possibile affrontare le questioni più difficili, come i fenomeni migratori, con le quali dobbiamo fare i conti in un mondo sempre più globalizzato.
In questa giornata speciale non posso che mostrare tutta la mia gratitudine al Presidente Mattarella e al Presidente Vella, a Papa Francesco e all’Arcivescovo Scicluna, all’ambasciatore italiano a Malta Sammartino e al Ministro degli Affari Esteri Bartolo e nei confronti di tutti gli italiani e i maltesi impegnati nella cooperazione tra questi due Paesi, Italia e Malta, che sono destinati a essere tra i protagonisti di cruciali scelte sul futuro dell’area mediterranea.