Il 7 febbraio 1968 un gruppo di ragazzi guidati da Andrea Riccardi e desiderosi di cambiare in meglio il mondo decise di fondare la Comunità di Sant’Egidio che in questi giorni compie 50 anni. Da quel giorno a quel gruppo di giovani sognatori se ne sono aggiunti moltissimi altri da ogni parte del mondo, facendo diventare la Comunità di Sant’Egidio una realtà conosciuta ovunque e attiva con numerosi progetti di sviluppo e supporto ai più bisognosi. Molti di loro ho avuto il piacere di conoscerli personalmente, instaurando una sincera amicizia e apprezzandone l’impegno personale oltre ai valori etici e morali: Daniela Pompei, Mario Giro, Alberto Quattrucci, Marco Impagliazzo, Gianni Guidotti e il padre fondatore Andrea Riccardi.
Papa Francesco ha definito Sant’Egidio la Comunità delle 3P (preghiera, poveri, pace) per riassumere i valori e la missione condivisa da chiunque ne faccia parte. Nonostante la natura laica di questa realtà, sono forti i richiami al Vangelo, la cui bellezza ed attualità vengono vissute concretamente ogni giorno. La spiritualità non rimane, dunque, in una realtà astratta ma diventa aiuto concreto e mano tesa verso il fratello e la sorella bisognosa.
Per questo sono felice e orgogliosa di poter contare sulla sua solida amicizia e collaborazione con la missione MOAS Italia che in Bangladesh si occupa di portare assistenza medica e aiuti umanitari alla comunità Rohingya fuggita alle recenti ondate di violenze che, di fatto, si aggiunge a quella già insediatasi sul territorio in seguito a precedenti esodi. Dal 25 agosto oltre 700mila persone hanno varcato il confine col Bangladesh per cercare riparo dalle violenze esplose in Myanmar e questa enorme ondata di arrivi si è sovrapposta alle precedenti, aumentando i rischi legati al sovraffollamento e alla mancanza di adeguate strutture igienico-sanitarie. La situazione in loco rimane drammatica da tutti i punti di vista, in particolare per il pericolo di malnutrizione ed epidemie, senza contare che i trafficanti di esseri umani sono sempre in agguato per sfruttare la vulnerabilità di queste persone già estremamente provate.
Proprio alla luce delle sfide che ci attendono sul campo, siamo grati a Sant’Egidio per il supporto che ci offre e con MOAS consideriamo questa comunità un esempio di grande umanità nonostante i tempi bui che stiamo vivendo.
Come ribadito lo scorso settembre a Münster in occasione dell’evento Strade di Pace organizzato proprio dalla Comunità di Sant’Egidio, l’attuale crisi di valori che fomenta il dilagare di pericolosi razzismi e il proliferare di ideologie violente può essere superata solo offrendo modelli positivi cui ispirarsi. L’Europa deve perseguire il sogno dei suoi padri fondatori e rimanere fedele ai suoi valori basati sul rispetto e la dignità di ogni essere umano.
Porgo i miei più sinceri auguri a nome della mia famiglia e di tutto il team MOAS a questa comunità di Amici e Fratelli impegnati a rendere la nostra società un luogo di inclusione ed integrazione che non lasci nessuno ai margini, ma dove tutti possano sentirsi amorevolmente accolti.