There is a small village in Israel where peace and harmony triumph over war and chaos. This place is called Wahat al Salam Neve Shalom and hosts the Garden of the Righteous celebrating those people who have saved lives in various ways and different places. My husband Christopher and I were both invited to the ceremony held on March 8th and to my surprise I found myself surrounded by children playing music and singing songs in such a beautiful garden.

On this occasion I was invited to talk about MOAS’ mission devoted to mitigating the loss of lives at sea which started when Christopher and I decided to welcome Pope Francis’ words. In the summer of 2013 -on his first official visit to Lampedusa- he warned against the “globalization of indifference”. In October a shipwreck took place in front of Lampedusa, killing 368 people.  They drowned just in front of the Rabbit Beach, a famous tourist destination.

I was deeply shocked by the images of the bodies lying on the white sand. So my husband Christopher and I decided that we could no longer stand by and watch such a terrible human tragedy. We decided to act, as we both believed that nobody deserves to die at sea.

Indifference is a real danger nowadays, and its etymology explains an attitude of not caring about what surrounds us. Indifference means a lack of concern and sympathy, and is also to a certain degree the driving factor for the creation of MOAS because my family decided to care.

© Francesco Malavolta / MOAS

We knew that we didn’t have the “solution” to the humanitarian crisis in our hands.

But we also knew we could use our know-how and our experience of assisting people in conflict zones to save human lives at sea.

From our first SAR mission until the last one, the MOAS team has saved more than 33,000 people. We have been an example of courage to the many organizations that now patrol the Mediterranean Sea, following our footsteps. Nevertheless, in 2016 over 5,000 people lost their life during the sea crossing

In light of this, MOAS is actively working to create humanitarian corridors since they would avoid the loss of life at sea and help break smugglers’ deadly networks.

Moreover, they would also help in managing migration flows and improving integration in our shared community.

Physical and emotional distance does not help us to solve the current humanitarian crisis. Walls and razor fences cannot avoid atrocities and pain for those confined inside. They just hide the reality, but don’t lead to any kind of solution.

© Jason Florio / MOAS

Primo Levi, an Italian writer and Holocaust survivor, said that concentration camps can be created because people remain indifferent to human rights violations. We make history every single day. Our actions and our decision not to act bear consequences for those in danger.

Primo Levi also used to say “the human species — we, in short — had the potential to construct an enormity of pain, and that pain is the only force created from nothing, without cost and without effort. It is enough not to see, not to listen, not to act”.

MOAS was created because our family decided to care, to see, to listen and to act.

We decided to preserve the precious gift of memory and remembrance in order to avoid the same mistakes.

We felt part of history and wanted to play an active role in mitigating the pain of those who flee violence, war and persecution.

In light of this, the village of  Wahat al Salam Neve Shalom as well as the commitment to honour the Righteous of our times gives hope that a better world can be built if we all come together and commit ourselves to give our own contribution to relieve the pain of our brothers and sisters.

[blockquote text=”“Whoever destroys a soul, it is considered as if he destroyed an entire world. And whoever saves a life, it is considered as if he saved an entire world”

TALMUD” text_color=”” width=”” line_height=”undefined” background_color=”” border_color=”” show_quote_icon=”no” quote_icon_color=””]

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In Israele c’è un piccolo villaggio dove la pace e l’armonia trionfano sulla guerra e il caos. Questo luogo si chiama Wahat al Salam Neve Shalom ed ospita il Giardino dei Giusti per rendere omaggio a coloro che hanno salvato delle vite umane in modi e luoghi diversi. Mio marito Christopher ed io siamo stati invitati alla cerimonia tenutasi l’8 Marzo e con mia grande sorpresa mi sono trovata circondata da bambini che suonavano e cantavano in un giardino incantevole.

In quest’occasione sono stata invitata a raccontare la missione di MOAS dedicata a diminuire le morti in mare e iniziata quando Christopher ed io abbiamo deciso di fare nostre le parole di Papa Francesco. Nell’estate del 2013 -durante la Sua prima visita ufficiale a Lampedusa- il Papa ammonì contro la “globalizzazione dell’indifferenza” e a Ottobre ci fu un naufragio proprio di fronte l’isola di Lampedusa che provocò la morte di 368 persone annegate di fronte la Spiaggia dei Conigli, nota meta turistica.

Rimasi profondamente colpita dalle immagini dei corpi riversi sulla sabbia bianca e con mio marito decidemmo di non essere più spettatori di una simile tragedia umana. Decidemmo di agire nella comune convinzione che nessuno meriti di morire in mare.

L’indifferenza è un pericolo concreto dei nostri giorni e etimologicamente rimanda ad una attitudine a non interessarsi a quanto ci circonda. L’indifferenza indica una mancanza di interessamento e compassione e in un certo senso può essere considerata un fattore determinante per la creazione di MOAS visto che la mia famiglia ha deciso di interessarsi a ciò che stava succedendo.

 

© Francesco Malavolta / MOAS

Sapevamo bene di non avere la “soluzione” alla crisi umanitaria in corso. Ma sapevamo anche che potevamo sfruttare la nostra esperienza e competenza nel campo dell’assistenza in zone di conflitto per salvare vite umane in mare.

Dalla prima all’ultima missione SAR, il team MOAS ha salvato oltre 33mila persone. Siamo stati un esempio di coraggio per molte organizzazioni che ora pattugliano il Mediterraneo seguendo le nostre orme.

Eppure nel 2016 oltre 5mila persone hanno perso la vita durante la traversata in mare.

Proprio per questo motivo MOAS sta lavorando incessantemente alla creazione di corridoi umanitari che eviterebbero inutili molti in mare e aiuterebbero a smantellare le letali reti dei trafficanti.

Inoltre, aiuterebbero a gestire meglio i flussi migratori e migliorerebbero l’integrazione nella nostra comunità condivisa.

La distanza fisica ed emotiva non ci aiuta a risolvere l’attuale crisi umanitaria. Muri e barriere di filo spinato non evitano atrocità e sofferenza di chi è rinchiuso al loro interno: nascondono semplicemente la realtà ma non conducono a nessun tipo di soluzione.

 

© Jason Florio / MOAS

Primo Levi, diceva che i campi di concentramento possono essere creati perché le persone rimangono indifferenti alle violazioni dei diritti umani. La storia si fa ogni giorno. Le nostre azioni così come la nostra decisione di non agire comportano delle conseguenze per chi si trova in pericolo.

Primo Levi affermava anche “il genere umano, noi insomma, eravamo potenzialmente capaci di costruire una mole infinita di dolore; e che il dolore è la sola forza che si crei dal nulla, senza spesa e senza fatica. Basta non vedere, non ascoltare, non fare”.

MOAS è stato creato perché la nostra famiglia a deciso di vedere, di ascoltare e di agire.

Abbiamo deciso di preservare il dono prezioso della memoria e del ricordo per evitare di commettere gli stessi errori del passato.

Ci siamo sentiti parte della storia e volevamo avere un ruolo attivo alleviando il dolore di coloro che fuggono da violenze, guerre e persecuzioni.

Per questo motivo il villaggio di Wahat al Salam Neve Shalom e l’impegno di rendere omaggio ai Giusti del nostro tempo fanno sperare che sia possibile costruire un mondo migliore se ci uniamo tutti per dare il nostro personale contributo al fine di alleviare la sofferenza dei nostri fratelli e delle nostre sorelle.

[blockquote text=”“Chiunque distrugga un’anima, è come se avesse distrutto il mondo intero. E chiunque salvi una vita, è come se salvasse il mondo intero”

TALMUD” text_color=”” width=”” line_height=”undefined” background_color=”” border_color=”” show_quote_icon=”no” quote_icon_color=””]